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CINQUE ANNI FA MORIVA DON GIOVANNI, LA VITA DONATA PER GESU'
In occasione dell'anniversario della scomparsa del Proposto, sarà celebrata a Staggia una Messa in suo suffragio (29 gennaio ore 17.00)
Data: Martedì 29 gennnaio
Luogo: Staggia

Don Giovanni Rinaldi è stato un vero uomo, un cristiano autentico e un sacerdote esemplare.

1) VERO UOMO
A livello umano ha sviluppato tutte le virtù che lo hanno fatto apprezzare negli anni alla popolazione che ha servito: pazienza, giustizia, temperanza, saggezza, preparazione intellettuale. Inoltre, come uomo, don Giovanni ha dato prova di virilità affrontando le contrarietà della vita con coraggio. Mai si è abbattuto ed ha superato i molti ostacoli che la vita gli ha presentato. Quando non ha potuto superarli, ne ha accettato gli esiti con ferma rassegnazione. Ad esempio quando nel marzo 1996 i medici gli dissero che aveva bisogno di operarsi al cuore disse con semplicità: "Bene, facciamo questa operazione; semmai lasciatemi andare a prendere il pigiama a casa!". Quando vedeva una persona ammalata o anziana che si abbatteva, diceva risoluto: "Non bisogna prendersela, perché ad abbattersi si peggiora e basta". E di questo ha dato l'esempio non lamentandosi mai delle malattie e sofferenze che ha dovuto sopportare. Don Giovanni ha affrontato con coraggio anche la morte. Spesso chi veniva a conoscenza del suo tumore pensava di consolarlo a parole, ma il Proposto rispondeva prontamente: "E' inutile lamentarsi... di qualcosa bisogna pur morire!". Avrà pensato la stessa cosa quando, da poco parroco a Rencine, gli abitanti gli lasciarono intendere che era già pronta una pianta dove lo avrebbero appeso con un cappio al collo se alle elezioni del '48 avesse vinto il partito comunista. Insomma il Proposto ha vissuto serenamente nonostante le vicissitudini passate. Infatti chi si è rivolto a lui ha trovato anche l'umanità che a volte manca nei nostri rapporti interpersonali. La parola giusta al momento giusto, detta con il cuore. Tutti hanno sempre da lui percepito questa pace e la sua umanità è stata davvero proverbiale.

2) CRISTIANO AUTENTICO
Poi don Giovanni è stato un cristiano autentico. La sua fede colpiva tutti coloro che lo incontravano: fede incrollabile in Gesù. Diceva spesso che Gesù è il nostro maestro e quindi ci dobbiamo fidare di lui. "Se gli uomini dicono diverso da quello che dice Gesù - diceva don Giovanni - noi dobbiamo seguire il Maestro e non gli uomini". La fede in Gesù era indissolubilmente legata alla fede nella Chiesa. Da lui tutti hanno trovato sempre e soltanto l'insegnamento della Chiesa. Nessuna esitazione e tantomeno nessun dissenso da ciò che sempre ha insegnato la Chiesa. La sua ortodossia era senza sbavature. Ogni suo dubbio veniva risolto consultando i documenti ufficiali della Chiesa. Come cristiano si può dire veramente che l'abbandono alla volontà di Dio e la fiducia nell'insegnamento della Chiesa era totale. A soli dieci anni don Giovanni riflettendo sull'esistenza di Dio, concluse che Dio c'è e quindi, pensò, bisogna fare quello che dice lui. Nel suo caso Gesù gli chiedeva di entrare in seminario e quindi decise di rispondere alla chiamata. Mai si pentì della scelta fatta, che anzi ha consolidato nel tempo. Va ricordato che ha esercitato il ministero sacerdotale per ben settant'anni nelle parrocchie di Rencine, Lilliano ed infine, dal 1972, a Staggia.
Da sempre ha considerato la sua vita sotto la protezione della Madonna. Don Giovanni è nato l'8 settembre 1920, festa della nascita di Maria. Fece la vestizione nel santuario mariano del Romituzzo nell'ottobre del 1932. Ottobre è il mese della Madonna del Rosario. Il 25 marzo 1944, festa dell'Annunciazione a Maria, fu ordinato nel santuario mariano di Pancole da Mons. Francesco Niccoli. La sua devozione a Maria è testimoniata dall'ardente preghiera del rosario che diceva ogni giorno e che raccomandava a tutti.
La mattina del 29 gennaio 2014, giorno in cui è morto, ha chiesto l'estrema unzione, si è confessato con perfetta lucidità ricordando i peccati e chiedendo perdono a Dio ed infine ha fatto la comunione (cioè il viatico, l'ultima comunione che accompagna nel viaggio verso l'aldilà). Alla conclusione del rito ha pronunciato una frase, citazione di un salmo, che rimarrà per sempre scolpita nella nostra memoria e che testimonia la salda fede di don Giovanni nell'aldilà: "Misericordias Domini in aeternum cantabo" (Canterò per sempre la misericordia del Signore). Ovviamente il riferimento è al paradiso, dove i santi e gli angeli cantano in eterno la bontà del Signore. Anche il Vescovo quando ha saputo di questa frase si è commosso.

3) SACERDOTE ESEMPLARE
Ma oltre che vero uomo e cristiano autentico, don Giovanni è stato anche un sacerdote esemplare. La sua dedizione al popolo a lui affidato è stata totale. Innanzitutto nella costante preghiera: mai ha trascurato di dire il breviario o il rosario, nonostante i tanti impegni. Il fondamento della sua azione sono stati i sacramenti, segni efficaci della Grazia di Dio. Ore e ore passate a confessare, sempre disponibile in ogni momento. I penitenti ricorrevano volentieri a lui e trovavano sia una parola di conforto, sia un consiglio perfettamente in linea con l'insegnamento della Chiesa. Anche la cura dei malati era per lui importante e lo dimostrava portando loro regolarmente la comunione a casa. Per portare una delle ultime unzioni degli infermi che ha amministrato, nonostante fosse a cena, è corso a portare i conforti religiosi. Anche la preparazione dei ragazzi alla comunione e alla cresima, nonché i genitori al battesimo dei figli, assorbiva molte delle sue energie. Fino all'ultimo anno ha curato personalmente la preparazione dei bambini alla prima comunione con le sue schede che molti ricordano anche a distanza di decenni. In effetti una sua grande passione era la catechesi, compresa quella agli adulti, a cui teneva molto. Trasmettere ciò che ha insegnato Gesù era per lui così naturale che le persone ascoltavano sempre volentieri i suoi discorsi riuscendo a coinvolgere i bambini e gli adulti di qualunque livello culturale: dall'operaio al professore universitario.
Nelle ultime ore di vita, ormai stremato, ha benedetto personalmente ciascuno di coloro che entravano nella sua camera. Poi alla fine gli è stato proposto di recitare il rosario. Lui ha accettato la proposta, ma a condizione di non dirlo ad alta voce per il disturbo che gli recavano i rumori. Ha chiesto quindi che fosse detto con l'intenzione di pregare per la parrocchia, per la società, per la diocesi e per tutto il mondo. Poi ha chiesto che fosse spenta la luce e ha detto ai presenti: "Buonanotte!" ripetendolo una seconda volta per sottolineare che stava per affrontare la morte entrando nell'eterno riposo. Esattamente al termine del rosario ha smesso di respirare e il cuore ha smesso di battere. Tutti i presenti, in lacrime, hanno riferito di aver avuto una esperienza di fede e di amore indescrivibili.
Il fiume di gente che ha visitato la salma durante i tre giorni di esposizione nella chiesa di Staggia testimonia l'affetto e la riconoscenza del gregge al suo pastore, sacerdote in eterno.


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