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PALA DEL POLLAIOLO
La Maddalena comunicata dagli angeli
La Maddalena comunicata dagli angeli, opera straordinaria di Antonio del Pollaiolo, raffigura l'ultimo atto della vita della Maddalena in terra, quello della comunione portata dagli angeli. La Santa, secondo la Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze, dopo aver operato miracoli nella zona di Marsiglia, decise di ritirarsi in solitudine e penitenza, per espiare i peccati commessi prima della conversione, in una zona desertica della Francia presso Sainte-Baume: una grotta divenne la sua squallida abitazione e l'unico cibo era la Santa Comunione portata dagli angeli, che ogni giorno la visitavano e la elevavano in cielo.Nel dipinto di Staggia la Santa è raffigurata col corpo, patito, coperto solo dai lunghi capelli; il volto è scarno, ogni antica bellezza sfiorita, mentre, per contrasto, le figure degli angeli sono bellissime ed armoniche nei tratti e nelle movenze.
Il primo episodio della vita di Santa Maria di Magdala (Maddalena) riportato dal Vangelo racconta quando Gesù salvò la Maddalena che stava per essere lapidata, con la famosa frase "Chi è senza peccato scagli la prima pietra". La Maddalena è poi ricordata nel Vangelo per essere stata sotto la croce con Maria (la madre di Gesù) e Giovanni (il discepolo prediletto). Dopo la risurrezione, fu la prima ad andare al sepolcro per ungere il corpo di Gesù, ma non lo trovò nella tomba. Chiese allora al giardiniere dove fosse stato portato, ma quando egli la chiamò per nome, si accorse che in realtà era Gesù stesso risorto. Corse quindi a dare l'annuncio agli apostoli, i quali andarono al sepolcro a verificare quanto raccontato da Maria Maddalena. Terminò la sua vita a Marsiglia in Francia.
LA PALA E' IN CHIESA NELL'ALTARE DI SINISTRA
Dopo un attento restauro, la splendida pala di Antonio del Pollaiolo, raffigurante la Maddalena comunicata dagli angeli, nel 2024 ha finalmente fatto ritorno nella chiesa di Staggia, per la precisione del transetto a sinistra dell'altare maggiore.L'opera, commissionata nel 1460 dal notaio Bindo Grazzini, rappresenta uno dei vertici della produzione del maestro fiorentino e costituisce un punto di riferimento fondamentale per la storia dell'arte italiana del XV secolo. La sua assenza era particolarmente sentita dai fedeli e dagli amanti dell'arte, che hanno atteso con ansia il momento del suo ritorno.
Il solenne ricollocamento della pala è coinciso con la celebrazione delle cresime, presieduta dal cardinale Augusto Paolo Lojudice, il quale ha impartito la benedizione sull'opera restaurata. Il restauro, durato due anni, ha permesso di riportare l'opera al suo antico splendore, eliminando i segni del tempo e restituendole la luminosità dei colori originali. Un lavoro delicato e complesso, affidato a esperti restauratori, che hanno operato con grande maestria e rispetto per l'opera d'arte.
Il ritorno della pala del Pollaiolo rappresenta un evento di grande rilevanza non solo per Staggia, ma per l'intero territorio senese e per l'Italia. L'opera, infatti, è un simbolo della ricca storia artistica di questa regione e rappresenta un punto di riferimento per gli studiosi e per tutti coloro che amano l'arte.
Con il ritorno della pala del Pollaiolo, la chiesa di Staggia si arricchisce ulteriormente e si conferma come una delle mete più importanti per gli appassionati d'arte. Un luogo dove storia, arte e fede si incontrano, offrendo ai visitatori un'esperienza unica e indimenticabile.
Per visitare la Pala del Pollaiolo, la chiesa è aperta come sempre la domenica mattina e tutti i giorni feriali sia al mattino che al pomeriggio fino alla celebrazione della Santa Messa delle 18.00.
STORIA DELLA PALA
La devozione a Staggia per Santa Maria Maddalena è molto antica. La testimonia il piccolo rosone del transetto laterale destro della chiesa di Staggia che rappresenta appunto la santa.Del resto anche la famosa Pala del Pollaiolo fu commissionata dal notaio Bindo Grazzini nel 1460 proprio per sostenere e rafforzare tale bella devozione. La santa è rappresentata come penitente in una grotta. Viveva da eremita coperta solo dai propri capelli e ormai consumata dai digiuni e dalle penitenze.
Gesù può perdonare tutti i peccati, anche quelli gravi della Maddalena, ma una volta confessati, restano comunque da scontare le pene, conseguenza dei peccati stessi. Le pene possono essere espiate con le preghiere e le sofferenze accettate in questa vita oppure nell'altra grazie al purgatorio. La Maddalena ha scelto di "pagare" in terra in modo da poter godere del paradiso appena lasciato questo mondo.
Nei giorni precedenti alla festa liturgica di Santa Maria Maddalena (22 luglio) in passato veniva fatta una novena per prepararsi a tale ricorrenza. Purtroppo nel tempo la devozione alla Maddalena è diminuita. Proprio per rinvigorirla è nata l'esigenza di diffondere un libretto che racconta la storia della santa con ampie citazioni del vangelo, ma arricchendo il racconto con i particolari della Leggenda Aurea di Jacopo da Varazze. Interessanti i miracoli come anche la visita degli angeli che la santa riceveva ogni giorno insieme alla Comunione.
Purtroppo la Rivoluzione Francese ha distrutto gran parte dei resti della santa cercando di cancellare il cattolicesimo e le sue prove storiche.
Chiedi in parrocchia il libretto in cui si ricorda la santa a cui è dedicata la famosa Pala del Pollaiolo nata e conservata nella parrocchia di Staggia
IL MUSEO PIU' PICCOLO DEL MONDO
È forse il museo più piccolo del mondo quello annesso alla pieve di S. Maria Assunta a Staggia (Poggibonsi): un'unica stanza della canonica, che dal 1976 ospita dipinti, suppellettili e arredi sacri a testimonianza di quello che fu l'antico arredo della pieve. Staggia, un piccolo paese della Val d'Elsa, fu per lungo tempo un centro strategicamente rilevante per la sua posizione di confine fra le due repubbliche, eternamente rivali, di Firenze e di Siena. Una delle famiglie più potenti e prestigiose del piccolo centro fu quella dei Grazzini, che diede i natali a pievani, a notai, nonché a letterati, il più celebre fu Anton Francesco detto il Lasca, autore di novelle e commedie e uno dei fondatori dell'Accademia degli Umidi, poi Fiorentina. E proprio al mecenatismo dei Grazzini si devono alcune opere oggi conservate nel piccolo Museo, come la grande Visitazione, commissionata da Bernardo Grazzini, nel 1574, per un nuovo altare da lui fondato nella pieve. La tela, opera di Giovanni Maria Butteri, allievo del Bronzino e collaboratore di Alessandro Allori, presenta una lacuna nella parte centrale che rende illeggibile la figura di Maria e parte dell'iscrizione in basso. Nel gruppo di figure maschili a sinistra si riconoscono i ritratti dei granduchi Cosimo I e Francesco I, dei quali il Grazzini era segretario, mentre la figura del giovane in secondo piano potrebbe essere il ritratto dello stesso committente. A Filippo di Bernardino Grazzini, pievano di Staggia dal 1551 al 1580, si deve l'imponente residenza, realizzata in legno intagliato, dorato e dipinto, a forma di architettura, con cupola, colonne e lesene, secondo un gusto tipico della fine del Cinquecento, e decorazione formata da due pannelli dipinti raffiguranti due angeli adoranti.In una piccola vetrina angolare sono conservati una statua-reliquiario, di carattere devozionale e di ridotte dimensioni, in legno dorato, raffigurante la Madonna col Bambino, un medaglione con il ritratto a rilievo su marmo di papa Clemente XI - al secolo Gianfranco Albani (Urbino 1649-Roma 1721) - realizzato probabilmente nella bottega del senese Giuseppe Mazzuoli e un bell'ostensorio di ignoto orafo senese, in rame fuso e sbalzato, cesellato e dorato con decorazioni a smalto (seconda metà del XIV sec.), che ripropone la classica struttura a tempietto.
Gli altri dipinti del Museo sono una Madonna col Bambino, proveniente dalla pieve di Staggia (pittore senese del quinto-sesto decennio del XIV sec.), quasi certamente tavola centrale di un perduto polittico, decurtata della parte superiore della cuspide dove si intravede ancora la mano sinistra del Redentore benedicente; la tavola con l'Adorazione dei Magi di Francesco Botticini (fine del XV sec.), dall'altare del transetto sinistro della pieve, forse donata da un pievano della famiglia Grazzini nel 1498, arrivata a noi in cattivo stato di conservazione e pertanto poco leggibile; e una tela, già sulla parete dietro l'altare maggiore della Compagnia del SS. Sacramento, del senese Arcangelo Salimbeni con Cristo in Pietà ed Effusio sanguinis (1579). [...]
Rossella Tarchi
Fonte: TOSCANAoggi, 18/02/2002
Fonte: TOSCANAoggi, 18/02/2002
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